Bilancio di sostenibilità. In Europa vi è una crescente spinta affinché le aziende rendicontino sulla sostenibilità. Secondo il nuovo European Sustainability Reporting Standard (ESRS), l’UE richiede alle aziende di impegnarsi maggiormente nella rendicontazione per valutare i rischi e gli impatti dello sviluppo sostenibile nelle loro attività.
Cos’è il bilancio di sostenibilità?
L’UE definisce il bilancio di sostenibilità o il reporting di sostenibilità come “l’integrazione volontaria delle questioni sociali ed ecologiche da parte delle aziende nelle loro operazioni commerciali e nei rapporti con le parti interessate”. Si tratta quindi innanzitutto di uno strumento per garantire la trasparenza delle istituzioni e delle imprese nei confronti della società civile.
Un bilancio di sostenibilità è un documento in cui un’azienda spiega le proprie scelte in campo economico, sociale e ambientale, che descriverà le azioni intraprese dall’impresa in relazione al bene generale, al di là del profitto prioritario che ogni azienda deve perseguire. Attraverso il Bilancio della sostenibilità, quindi, chiunque può verificare l’impatto di un’impresa sul territorio in cui opera: fornitori, clienti banche, stakeholder, cittadini, investitori, ecc.
Bilancio di sostenibilità: quali sono gli obiettivi?
Richiedendo l’uso di criteri di valutazione comuni, l’obiettivo è garantire che le aziende riportino informazioni comparabili e affidabili sulla sostenibilità nei loro bilanci e rispettino le nuove metodologie di valutazione del rating bancario basate su investimenti aziendali rispettosi dell’ambiente e del clima. Ciò è sottolineato dal rapporto di ricerca del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed Esperti Contabili “Strategia e modello aziendale: guida alla rendicontazione secondo gli standard ESRS”, che tratta questioni ambientali, sociali e di governance e consentirà alle aziende di dimostrare il proprio impegno verso il Green Deal e avere tutto il necessario per garantire finanziamenti sostenibili.
Per i bilanci aziendali, gli obblighi di divulgazione delle informazioni non si limitano più a enfatizzare la massimizzazione del profitto:
- Devono anche rendere trasparente il loro impegno per lo sviluppo sostenibile e collocarlo al centro delle loro strategie e dei loro modelli di Business: passando da un modello quasi interamente incentrato sui bisogni/desideri dei nostri clienti a uno focalizzato principalmente sulle sfide di sostenibilità affrontate, pensando agli obiettivi nel 2030 e all’obiettivo della neutralità delle emissioni nel 2050.
Bilancio di sostenibilità: come accedere al credito?
L’introduzione degli ESRS facilita inoltre l’accesso ai mercati dei capitali. Cresce, infatti, l’esigenza di dimostrare al sistema bancario che le imprese (quotate e private) possono guidare il cambiamento e la transizione verso la sostenibilità attraverso strutture gestionali innovative, aumentando al contempo la credibilità e la competitività delle proprie organizzazioni. Questo atteggiamento, documentabile attraverso il reporting “non finanziario”, si rivelerà sempre più prezioso in termini di merito creditizio se il credito bancario si baserà anche su fattori ESG (ambientali, sociali e di governance). Ciò può avere un impatto significativo sulla performance finanziaria e, di conseguenza, sulla solvibilità dell’impresa appaltatrice.
Che obblighi hanno le imprese?
Gli obblighi ESRS delle aziende comporteranno quindi la comunicazione degli impatti, dei rischi e delle opportunità a breve, medio e lungo termine in relazione alla sostenibilità ambientale, sociale e di governance (in linea con i principi ESG), anche se tali obblighi saranno introdotti gradualmente.
Le grandi società quotate, le banche e le compagnie assicurative con più di 500 dipendenti (così come le grandi società quotate extra-UE con più di 500 dipendenti e filiali nell’UE):
- Devono incorporare nei loro resoconti il nuovo European Sustainability Reporting Standard (ESRS). Pubblicare un rapporto sulla sostenibilità a partire dall’anno fiscale 2024 e un manifesto della sostenibilità nel 2025.
- Le PMI quotate (comprese le società extra-UE) devono adottare l’ESRS dal 2026 e pubblicare le dichiarazioni di sostenibilità dal 2027, ma possono decidere di estendere il periodo di rendicontazione dell’obbligo per ulteriori due anni. Anche le PMI possono implementare il sistema di rendicontazione semplificato a seconda delle dimensioni dell’azienda.